Il riconoscimento dei benefici dei processi migratori comporta necessariamente una adeguata valorizzazione del capitale umano tramite pratiche e politiche di gestione della diversità culturale, in primo luogo a livello locale. Le pratiche di diversity management, sviluppate principalmente nei contesti imprenditoriali, si pongono questo obiettivo. Tuttavia in Italia ci sono alcuni ostacoli al loro sviluppo, legati in particolare alle piccole dimensioni delle imprese e alle resistenze culturali diffuse. Risulta quindi necessario sviluppare delle pratiche che tengano conto della specificità del contesto italiano e del quadro culturale, insieme ad un aggiornamento delle normative per rimuovere gli impedimenti ad una buona integrazione della popolazione immigrata. Questi interventi non vanno declinati solamente nelle imprese in riferimento alla presenza straniera, si tratta piuttosto di tenere in considerazione l’intersezione delle diverse dimensioni dell’identità e, allo stesso tempo, dei diversi luoghi in cui queste si incontrano (oltre che nelle imprese, nelle scuole, nelle strutture sanitarie, nelle realtà associative, nelle università, nei contesti sportivi etc.). Infine, il presente contributo assume una funzione introduttiva dei diversi articoli che presentano, tramite lenti differenti, l’intreccio delle pratiche di gestione della diversità culturale e la valorizzazione del capitale umano.