LIBRI DI SERGIO MANGHI

La ricerca ha estratto dal catalogo 40 titoli

Michele Gagliardo, Salvatore Rizzo

Corporeità

Pratiche educative nell'incontro con i corpi in crescita

Pedagogisti, filosofi, sociologi, storici, medici e altre figure si confrontano sul concetto di “corpo” nelle sue infinite possibilità e tentano di restituirci un orizzonte di conoscenza tanto fecondo quanto trascurato. L’auspicio è quello di contribuire a una riflessione allargata sui temi della corporeità in relazione agli interventi educativi, provando a riprendere i presupposti del discorso pedagogico per allargarne il perimetro e gettarvi nuova luce.

cod. 940.2.2

Da una parte l’immaginare la conoscenza scientifica "vera" come incorporea e asituata, dall’altra l’esigenza di un "prendere la parola" e della sua localizzazione eco-sociale e spazio-temporale. La conoscenza è un’attività creativa sempre e comunque concretamente in atto, emergente all’interno delle più vaste "interdipendenze costitutive" di cui è parte. La percezione del carattere unico e contingente di ogni singolo accadimento non può essere scollegato dallo sguardo dell’osservatore cui accade. La prospettiva è quella di una convergenza tra saperi a lungo compartimentati con un attraversamento dei vari campi disciplinari e delle reti eco-sociali che li sostengono. Tutto questo e altro nutre l’auspicio ad "ascoltare il mondo" contro l’avanzata di un progetto di civilizzazione ormai fuori controllo.

Roberto Lusardi

Corpi, tecnologie e pratiche di cura.

Uno studio etnografico in Terapia intensiva

Un viaggio attraverso le pratiche, le competenze, le idee di chi è impegnato quotidianamente nell’erogazione dei servizi di cura e di assistenza in uno dei reparti a più alta densità tecnologica, la Terapia intensiva. Un luogo particolarmente interessante per chi vuole capire quali trasformazioni stanno avvenendo nella medicina contemporanea.

cod. 1370.42

Sergio Manghi

Il presente della relazione. Dialogo, differenze, società-mondo

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2018

L’articolo propone alcune riflessioni sui problemi e le opportunità che la pratica del dialogo incontra nel presente, inscritto nel quadro dell’intera storia umana. Il presente è considerato come inizio travagliato di una nuova forma societaria, la società-mondo, intesa, con Morin, come nuova comunità di destino. Vengono discusse tre nozioni, ritenute in grado di evidenziare le questioni più sfidanti: eterogeneità, simultaneità e caduta della gerarchia. Si assume, con Girard, che le interazioni sociali umane siano da sempre regolate tramite gerarchie unanimemente credute di origine sacra, ovvero extra-umana, fondate primariamente sull’efficacia evolutiva del dispositivo sacrificale. Si ipotizza che, con l’affermarsi delle narrazioni che rivelano l’innocenza della vittima espiatoria (in specie i Vangeli), sia iniziato un radicale processo di indebolimento della gerarchia che ha portato dalla regolazione verticale delle interazioni sociali alla sfida inedita di regolazioni più dirette e orizzontali. Con il modernismo, e poi con la recente globalizzazione, marcata dallo sviluppo di tecnologie comunicative iperveloci, questo processo ha conosciuto una poderosa accelerazione, con esiti in prevalenza individualistici e distruttivi. Si suggerisce che esiti diversi, capaci di favorire processi di soggettivazione positiva, richiedano la promozione di un sentimento ecologico (nel senso di Bateson) di partecipazione relazionale alla società-mondo in formazione.

Fabio Vanni

Adolescenti nelle relazioni.

Generazioni che co-costruiscono la società-mondo

Educare oggi i ragazzi che sono nati in questo inizio di millennio è un compito particolarmente complesso, ma altrettanto importante. Il volume prova a rappresentare questa complessità, ma anche l’urgenza di trovare strade credibili per farlo e propone idee che tengono conto delle novità e specificità dello scenario nel quale viviamo.

cod. 8.51

Luigina Mortari, Roberta Silva

Per una cultura verde.

Riflessioni sull'educazione ambientale

Un confronto trasversale in materia di educazione ambientale; una panoramica di esperienze riconducibili a un filo conduttore comune. L’obiettivo è quello di fondare un pensiero pedagogico centrato sulla consapevolezza che l’essere umano debba abbandonare un atteggiamento distaccato e predatorio nei confronti della natura, per assumere invece una responsabilità etica che lo porti a riorientare le sue azioni in senso più ecologico.

cod. 10292.2

Giovanni Madonna, Roberta De Martino

Verso una clinica delle macroecologie.

L'intervento clinico psicologico nei grandi sistemi viventi: il caso di Napoli in Treatment

Si può parlare di patologia nelle macroecologie, ossia nella società intesa come sistema vivente? Certamente sì, sostiene l’autore di questo lavoro. Ed è possibile, quindi, se non doveroso, intervenire in senso terapeutico. A terapia è stata sottoposta la città di Napoli con una “psicofiction” che è stata seguita da centinaia di migliaia di cittadini e che qui viene raccontata nelle sue varie fasi.

cod. 1249.1.40

Giulia Ruta, Mario Schermi

Educare nel tempo dell'estraneità.

Il lavoro educativo nelle urgenze della crescita contemporanea

È nel vivo di una rinnovata impresa educativa, chiamata a rispondere anche alle sfide della contemporanea estraneità, che il presente volume ha raccolto saggi diversi, intrecciando diverse esperienze e diverse prospettive disciplinari, perché insegnanti, educatori, psicologi, assistenti sociali, pediatri, amministratori... studiosi e ricercatori potessero cogliere le possibilità e contenere le criticità in gioco nei vissuti di estraneità e rilanciarle come ulteriori occasioni di crescita.

cod. 940.2.1

Sergio Manghi

Editoriale

RUOLO TERAPEUTICO (IL)

Fascicolo: 129 / 2015

Marco Ingrosso

La salute per tutti.

Un'indagine sulle origini della sociologia della salute in Italia

I risultati di una ricerca sulla nascita della riflessione sociologica sulla salute in Italia. L’indagine si concentra sul periodo che va dall’inizio degli anni ’70 ai primi anni ’90, anni in cui prende corpo l’obiettivo della Salute per tutti entro l’anno 2000 (WHO, 1977) e, successivamente, quello di coinvolgere ciascuno nella Promozione del benessere personale e collettivo (WHO, 1986). Obiettivi che, tuttavia, cominciano progressivamente a essere messi in discussione dall’avvento delle politiche neoliberiste nei paesi occidentali.

cod. 1370.48

In un tempo, nel quale l’immaginario collettivo del prendersi cura va assumendo sempre più un orientamento tecnico-specialistico, l’articolo di Laura Fruggeri muove controcorrente e pone in evidenza il carattere "multi-componenziale" del processo terapeutico. Ciò significa esaminare il suo comporsi attraverso diverse coordinate dell’azione di cura fra loro ineludibilmente intrecciate, dove il sapere tecnico non è che una, per quanto ovviamente molto importante, delle dimensioni in gioco. Viste nella forma di coppie complementari tra polarità in tensione dinamica, tali coordinate potrebbero essere riassunte così: la tensione tra i saperi tecnici e quelli relazionali, la tensione tra lo sguardo sull’azione e quello sui suoi contesti di significazione, la tensione tra quanto avviene nel setting terapeutico e quanto avviene nel più vasto "scenario" sociale, culturale e istituzionale del quale il setting terapeutico è parte - e parte attiva. L’articolo riassume queste coppie complementari in una sola: la coppia tecnico-procedurale/simbolico-relazionale.

La soggettività non è una qualità separata dal corpo, come tendiamo a pensarla noi moderni, ma una qualità inscritta nell’organizzazione vivente stessa. Inoltre, essa è non è meramente intra-dividuale, ma allo stesso tempo relazionale e sociale. Tale interpretazione della soggettività, ispirata in particolare all’opera di Edgar Morin, è convergente con le riflessioni filosofiche sul soggetto sviluppate da Iofrida nella sua discussione delle evidenze sperimentali dell’infant research di orientamento sistemico, e può aiutare a comprendere le attuali sfide di sopravvivenza della nostra specie, la cui evoluzione è affidata per la prima volta nella sua storia a una forma di coesistenza priva di un epicentro organizzatore unico: la società-mondo.

Sergio Manghi

Liberi, liberi. Tra violenza e fraternità

EDUCAZIONE SENTIMENTALE

Fascicolo: 14 / 2010

Dal 1945 ad oggi, le nostre società e il nostro immaginario collettivo sono cambiati profondamente. Ed è cambiato anche il modo di significare la violenza smisurata che ha fatto il suo ingresso nella storia con le bombe di Hiroshima e Nagasaki, nel frattempo proliferate. All’immaginario postbellico, caratterizzato da aspettative di forte integrazione sociale e da un rapporto protettivo, "pater-materno", tra individui e istituzioni, è seguito l’immaginario degli anni ’60 e ’70, caratterizzato dal dilagare del desiderio "filiale" di indipendenza e di libertà. A partire dai primi anni ’80, la spinta libertaria è stata incorporata, trasformata e sublimata dall’immaginario "neo-liberale" del capitalismo tecnonichilista (Magatti). Con questa inedita configurazione sociale, caratterizzata dal convergere delle spinte libertarie - radicalmente individualizzate, frammentate ed estetizzate ("godimento cinico": "i"ek) - e degli apparati tecnologici sviluppati in tutti gli ambiti della vita, incluso quello militare, ormai potentemente nuclearizzato, il nichilismo profetizzato da Nietzsche tende a permeare l’immaginario collettivo. Nelle nostre relazioni, dal livello internazionale a quello interpersonale, emerge una nuova sfida: la sfida della fraternità. La sfida del riconoscimento reciproco tra i "figli" in uscita - auspicabilmente - dall’adolescenza della libertà.

Alessandro Bosi, Sergio Manghi

Lo sguardo della vittima

Nuove sfide alla civiltà delle relazioni. Scritti in onore di Carmine Ventimiglia

L’impegno culturale, civile e umano di Carmine Ventimiglia. Il nome di Ventimiglia è piuttosto legato al tema della violenza contro le donne, che affrontò con determinazione dal 1987, imponendo all’attenzione un concetto che solo ora sembra imporsi all’opinione pubblica: la prevalente responsabilità, negli atti di violenza sulle donne, di mariti, parenti, amici, insospettabili vicini di casa, rispetto a efferati criminali o a stranieri.

cod. 222.2.13

Sergio Manghi

Contratto naturale e contratto sociale. La questione ecologica come questione antropologica

CULTURE DELLA SOSTENIBILITA '

Fascicolo: 2 / 2007

The dualism between Natural and Human Sciences is still persisting. The reason of it consists in the underestimation of the linguistic issues: expressions like fight against pollution, environmental protection, preservation of ecosystems and similar ones do not have unambiguous meanings. For example there is a frontal ecology which assumes some descriptive- explanatory notions which can be summarised through the word environment, and there is a relational ecology which adopts the ecosystemic explanatory principle both in the description of the observed systems and in the description of the relationship between observed and observing systems. From this point of view, the term ecology designates primarily (even though not only that) a general epistemology of living processes with an evolutionistic character. Or, if we prefer, an epistemology of complexity. With regards to social sciences a notion of ecology so meant, detached from the objectivistic-frontal concepts of the environment and the ecosystem, entails the task to contribute to the same definition of what can be meant through terms like environment and ecosystems, that is, to construct new explanatory principles. In other words the ecological issue is a question of communication, first of all, between human beings conceived ab origine as living beings, as entirely bio-socio-cultural animals, embedded in pragmatic, linguistic, communicative and living ecosystems which are larger than them. No Chernobyl could be understood apart from the understanding of Auschwitz. No ecology of the interaction between us and the environment could arise without a dialogue between a naturalistic knowledge and socioanthropological ones able to question and permanently connect their respective languages.