@article{39707, year={2010}, issn={1972-5582}, journal={RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA}, number={2}, volume={CXXXIV}, doi={10.3280/RSF2010-002003}, title={Riti di passaggio e adolescenza: una riflessione su normalità e patologia a partire dall’esperienza transculturale}, abstract={L'adolescenza è in genere considerata una fase di transizione. Ogni cultura produce dei modi differenti per regolare e controllare le difficoltà di transizione dati dal passaggio da uno status all’altro - come succede durante l’adolescenza - con lo scopo di contenere le ansie sia dei novizi, sia degli adulti iniziati. Nelle nostre società cosiddette moderne, complesse e meticcie, il rischio per gli adolescenti di perdersi, o di restare ai margini della società, sembra in aumento. L’Autore, riprendendo i contributi dell’etnografo francese Arnold van Gennep (1873 - 1957), presenta le nozioni di riti di passaggio, le loro definizioni e funzioni. Secondo Van Gennep, una cerimonia di passaggio comprende tre fasi: separazione, margine, aggregazione. I riti di passaggio degli esseri umani hanno l’obiettivo primario, in particolare nei momenti di separazione, di garantire i processi di unione e di aggregazione e di contrastare i meccanismi di esclusione. I riti di passaggio hanno tre diverse funzioni: sociologica, psicologica e religiosa. Hanno inoltre valenze sia intrapsichici, sia collettivi. Essi sono presenti nei riti di iniziazione dell’ adolescenza; riti tuttora attivi nel mondo che consentono alla donna e all’uomo di accedere al mondo dei significati.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=39707}, author={Jonathan Ahovi and Marie Rose Moro} pages={23-34}, language={IT}}