@article{51232, year={2013}, issn={1972-4969}, journal={STUDI ORGANIZZATIVI }, number={2}, volume={}, doi={10.3280/SO2013-002003}, title={Esperienza religiosa, Mission e Organizzazione. Lo studio di un campo emergente}, abstract={In Italia l’esiguità delle ricerche sociologiche sulle organizzazioni religiose è tale da far meritare loro l’appellativo di "cenerentole degli studi organizzativi". Da un lato, la sociologia della religione ha trascurato gli aspetti organizzativi del fenomeno religioso ritenendoli di pertinenza degli studi organizzativi; dall’altro la sociologia dell’organizzazione non se n’è occupata considerandoli materia degli studi religiosi. Per trovare ricerche sulle organizzazioni religiose occorre travalicare i confini nazionali. Soprattutto negli Stati Uniti, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, è fiorito un crescente interesse in questo ambito. Prendendo le mosse da questa letteratura, l’obiettivo dell’articolo è discutere il rapporto tra esperienza religiosa, mission e struttura organizzativa a partire dallo studio di dieci nuove comunità religiose (NCC) sorte nella scia del Concilio Vaticano II. Muovendo dalla ricognizione del dibattito neoistituzionalista in materia di organizzazioni religiose, sostengo che, diversamente da quanto quel modello suggerirebbe, le nuove comunità religiose operanti nello stesso campo organizzativo - nato a seguito del cambiamento istituzionale innescato dall’evento conciliare - mostrano rilevanti differenze organizzative. In particolare, ipotizzo che l’origine di tali diversità si rintracci nell’esperienza religiosa fondamentale che ispira la ragion d’essere di una comunità. Di conseguenza, argomento che comunità nate da esperienze religiose diverse mostrano assetti organizzativi diversi. In sintesi, le domande che guidano l’articolo possono essere ricondotte a due: 1. in che modo la diversa esperienza di Dio influenza l’organizzazione delle NCC che da quella esperienza sono state ispirate? 2. Che cosa suggeriscono i risultati dell’analisi organizzativa delle NCC relativamente alla tesi neo-istituzionalista dell’isomorfismo organizzativo? Per rispondere ai precedenti interrogativi, propongo anzitutto una tipologia di esperienza religiosa cui corrispondono diversi tipi di mission delle NCC; descrivo la metodologia di ricerca e illustro le NCC prese in esame; mostro come alle diverse esperienze religiose delle NCC corrispondano rilevanti differenze nella loro organizzazione. Infine, in conclusione, alla luce dei risultati raggiunti, discuto la validità del modello neo-istituzionalista per lo studio delle organizzazioni religiose e sollevo alcuni problemi aperti a ulteriore ricerca.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=51232}, author={Stefania Palmisano} pages={62-87}, language={IT}}