Traendo spunto dall’esperienza clinica svolta in reparto di ginecologia (oncologia e ostetricia), dove lo psicologo ha affiancato il personale sanitario nell’assistenza alle pazienti, si considerano i presupposti teorici relativi all’interazione mente-corpo, che collegano la malattia alla carenza di aree mentalizzate, a loro volta derivanti da variabili traumatiche o da inadeguato sviluppo dell’affettività. Le difficoltà a vivere i processi fisici o lo sviluppo stesso della malattia possono essere ipotizzati come linguaggio corporeo ed espressione di un bisogno a livello af-fettivo.
Si prospettano su questa base le vie per un intervento psicodinamico da affiancare a quello medico, per un migliore investimento dei processi psicofisici, anche con funzione preventiva.