Nel corso del lavoro sono illustrate le esperienze cliniche e le ragioni che inducono a considerare la aggressività psicotica come un fenomeno complesso e stratificato; nel quale è necessario riconoscere la radicale importanza della componente relazionale che si inserisce nel contesto causale del fenomeno e che deve
essere tenuta sempre presente. La contenzione, ovviamente destituita di ogni significazione psicopatologica e antropologica, non fa che esasperare le condizioni di vita dei pazienti che già la malattia rende così dolorose e così inclini alle ambivalenze relazionali. La contenzione meccanica, e non è accettabile la tesi che non diversa da essa è la contenzione farmacologica, che ha in ogni caso finalità rigorosamente terapeutiche, non è eticamente giustificabile, e non è necessaria.