Una psicoterapeuta cerca con le sue domande di comprendere quali elementi sorgivi e tensivi prendano forma modellandosi nell’originale espressività corporea di una danzatrice contemporanea. L’idea è quella di trarre dall’esperienza della danza indicazioni comparative di una fenomenologia del corpo non solo presente ma essenziale nella dinamica terapeutica. La danzatrice e coreografa, tenta con la propria narrazione di ripercorrere la propria storia per riconoscere la matrice originaria che l’ha spinta a scegliere il teatro danza e l’ha portata a riconoscere la formazione di cui aveva bisogno, ad affermare il proprio stile e ad esprimere la creatività in opere coreografiche. Nella conversazione, emergono le regole implicite alla creazione del gesto e la rilevanza dell’esplorazione performativa in processi di condivisione sensoriale e motoria. Nella danza ogni partitura rappresenta un’altrettanta manifestazione di plasticità, seppur infinitesimale, del corpo che danza e dell’effetto estetico che lega l’evento, l’attore e l’osservatore. Nella relazione terapeutica, individuale, di gruppo o istituzionale la relazione e la parola assumono, nel caso in cui le cose vanno sufficientemente bene i ritmi di una danza e il cambiamento ne è un esito solo in parte prevedibile.
Keywords: Processo, tensione, sospensione, spinta interiore, contingenza, coraggio, relazione, condivisione, linguaggio del corpo, corpo evocativo.