L’Hotel House di Porto Recanati, il complesso Serenissima di Padova e la Cita di Marghera nascono negli anni ’60 per soddisfare le esigenze abitative di differenti segmenti di popolazione: vacanzieri, famiglie di colletti bianchi e studenti. In assenza di politiche per la casa pensate per le fasce sociali più svantaggiate, e con l’intensificarsi dei flussi migratori, diventano luoghi di concentrazione abitativa di stranieri. Ciò che avvicina questi habitat è il comune processo di stigmatizzazione territoriale che li porta ad essere rappresentati come luoghi "patologici" in grado di disturbare il normale "metabolismo urbano". L’articolo mette al centro il carattere eterogeneo e "contestuale" di questi luoghi andando oltre la loro rappresentazione come contenitori omogenei.
Keywords: Immigrazione, concentrazione abitativa, funzionalismo, stigmatizzazione territoriale, politiche, capitale socio-spaziale