Gli uffici contabili dei due Magistrati camerali dei redditi (Ordinario e Straordinario) e la Tesoreria generale sono al centro di questa ricerca che rielabora e aggiorna precedenti indagini sull’amministrazione finanziaria dello Stato di Milano fra la metà del Cinquecento e quella del Seicento. Vi si analizzano qui in particolare: i criteri e le modalità di selezione del "personale"; gli intrecci di parentele e interessi che univano tra loro i funzionari; i percorsi di carriera e le dinamiche di trasmissione che regolavano la mobilità interna agli uffici. Lo studio permette di appurare che nelle "ragionierie" del Ducato, in assenza di percorsi definiti di formazione tecnico-teorica, il governo della finanza pubblica locale rispondeva prevalentemente a criteri di competenza ed esperienza sul campo piuttosto che a logiche clientelari o economiche (ad esempio attraverso il meccanismo della venalità), con un’attenzione marcata - molto concreta e dunque molto "lombarda" - al buon disbrigo (se non all’efficienza) dell’amministrazione quotidiana, obiettivo fondamentale da raggiungere in un ambito così delicato e strategico.
Keywords: Contabilità, competenza, amministrazione finanziaria, tesoreria, Stato di Milano