Gli Autori esaminano criticamente alcuni costrutti antropologici e filosofici della psicopatologia transculturale per migliorare le proprie prassi terapeutiche nei confronti di persone migranti con sofferenza psichica. Gli Autori hanno selezionato dall’amplissimo corpus di conoscenze antropologiche e filosofiche sull’alterità culturale i contributi dell’antropologo Mondher Kilani e quello di Ludwig Wittgenstein, capaci di porre il tema dell’altro culturale come un esercizio possibile. L’altro non è penetrabile, non possiamo immedesimarci completamente nell’altro. L’altro possiamo inventarlo, possiamo ipotizzare alternative al nostro modo di vedere le cose, possiamo mettere in crisi il nostro repertorio culturale. È possibile incontrare la sofferenza di persone appartenenti ad altre culture nella peculiare condizione migratoria perché queste persone non sono totalmente altre e quindi incomprensibili, nello stesso tempo non possiamo nemmeno considerarle analoghe agli altri utenti dei servizi che appartengono alla nostra cultura. Successivamente vengono proposte brevi vignette cliniche di migranti insieme ad alcune strategie terapeutiche desunte dal lavoro degli Autori come psichiatri del Dipartimento di Salute mentale e come consulenti del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) di Modena, che esemplificano e confermano le precedenti evidenze teoriche.
Keywords: Alterità culturale, invenzione e possibilità dell’altro, negoziazione, processo di transculturazione.