Per tutto il XIX secolo, la Gran Bretagna fu tormentata dall’espansione dell’impero russo in Asia. Con il presente contributo si vuole puntare l’attenzione in particolar modo sulla regione del Turkestan, una terra di mezzo considerata da San Pietroburgo una zona strategica, data la sua vicinanza al "gioiello della corona inglese": l’India britannica. Nella prima metà del secolo, la Russia avanzò nelle steppe centro-asiatiche, minacciando di stabilire un nuovo governo coloniale sulle rovine dei khanati islamici. Invase quindi la regione e istituì il governatorato generale del Turkestan, allargando i suoi possedimenti e ottenendo uno dei più grandi imperi della storia. Inizialmente, la "Terra dei Turchi" fu considerata una semplice base per la rivalità militare contro gli inglesi e, solo in seguito, il suo valore fu rivalutato quale risorsa di materie prime, come la seta e il cotone, nonché un El Dorado per i contadini russi in cerca di nuove terre. La rivalità tra la corona zarista e quella inglese continuò per tutto il secolo e fu durante questo conflitto indiretto che il colonnello Arthur Conolly coniò l’espressione "Grande Gioco", termine poi ripreso dallo scrittore Kipling con la sua opera Kim, nel 1901, e che oggi si presta da "filo rosso" per una serie di contributi dedicata alle vicende centro-asiatiche. Il presente articolo si concentra sulla penetrazione zarista in Asia centrale, considerando prima le sue mire imperiali e poi alcune delle figure chiavi che si distinsero, con una breve comparazione tra le politiche adottate dagli inglesi e quelle preferite dai russi, al fine di evidenziare che tipo di autoritarismo dominò la scena centro-asiatica
Keywords: Asia Centrale, Turkestan, Grande Gioco, Impero zarista