Vengono esplorati i volti della paura che possono generarsi all’interno della dimensione terapeutica, concretamente, dentro la stanza dell’analisi. È legittimo pensare che talvolta possa essere anche lui, l’analista, la fonte degli stimoli emotivogeni inviati al paziente, stimoli che agiscono da microtraumi che perturbano il lavoro analitico e la relazione. Sono indagate le forme di questa specifica "traumaticità" psicoanalitica attraverso due emozioni di fondo che possono mobilitare il setting: la violenza e la paura, un binomio classico che, calato nella stanza d’analisi, fa riflettere sulla paura del paziente nel caso sia innescata dalle possibili "microviolenze" degli interventi dell’analista. In questo contesto emotivo l’analista "violento" e il paziente timoroso possono andare in simmetria, creando l’emergenza di "copioni" che ruotano sulla relazione vittima/carnefice. Nella seconda parte dell’articolo vengono presentate "misure di sicurezza", procedure e riflessioni che possano funzionare per il terapeuta da antidoto a tali rischi. Si tratta di deterrenti basati su una più ampia lettura dell’interpretazione e su un suo "valore d’uso centrato sull’asse relazionale.
Keywords: Interpretazione; Traumaticità psicoanalitica; Violenza dell’analista; Ferenczi; Laplanche