Editoriale

Titolo Rivista PSICOTERAPIA PSICOANALITICA
Autori/Curatori Adriana Gagliardi
Anno di pubblicazione 2020 Fascicolo 2020/1 Lingua Italiano
Numero pagine 9 P. 5-13 Dimensione file 168 KB
DOI 10.3280/PSP2020-001001
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Anteprima articolo

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In questo editoriale il Direttore annuncia il progetto di dedicare il prossimo numero, in uscita in dicembre, all’emergenza del contagio che stiamo vivendo. Questo progetto, che prima si era pensato di anticipare in un forum in questo numero, è stato poi rinviato: in questo modo, prima di formulare una riflessione teorico-tecnico-clinica sulla psicoterapia dell’emergenza, si vuole sostare nella "capacità negativa", mentre si sta vivendo una situazione traumatica insieme ai pazienti e alla comunità. Il tema di questo numero "Il sogno dell’analista", d’altra parte, appare, in questo momento, portatore di "un principio di speranza": quello di riuscire a continuare ad essere "visionari". Questo accade nel processo terapeutico, se la mente psicoanalitica funziona, quando s’intravede l’Inconscio attraverso la rêverie, il sogno della veglia e i sogni del sonno, quando si riesce a dare un possibile senso che viene dall’Inconscio del terapeuta e del paziente. La domanda che viene spontanea è dunque: a chi appartiene il sogno? La libera associazione dell’autrice riporta a L’Aleph di Borges; l’aleph è una sfera roteante che compare all’improvviso all’autore, all’interno della quale prendono forma volti, memorie, immagini potenti raffiguranti il destino e la sua storia soggettiva, ma anche quella dell’umanità. Le sensazioni-percezioni e i pensieri sono così vividi che egli deve rimuovere questa "visione", pur sapendo di averla in mente da qualche parte. Così l’intuizione, la visione, la verità ultima possono "apparire" nella nostra mente, ma poi devono sostare sullo sfondo e costituire il punto di partenza e non di arrivo: bisogna riscoprire la verità soggettiva giorno per giorno. Tutti i lavori di questo fascicolo sono presentati brevemente: essi parlano del sognare con il paziente, sul paziente o su se stessi, attingendo alla propria mente, alle proprie passioni, alle libere associazioni con l’arte, la letteratura, la musica. Questo il denominatore comune che testimonia che il lavoro del sogno è un atto creativo che tocca le passioni e i desideri di ogni analista e che ha le sue radici in quello che la sua mente elabora in relazione ai suoi interessi soggettivi e al mistero dell’incontro con l’altro.;

Keywords:Sogno, rêverie, capacità di essere visionari, principio di speranza.

Adriana Gagliardi, Editoriale in "PSICOTERAPIA PSICOANALITICA" 1/2020, pp 5-13, DOI: 10.3280/PSP2020-001001