L'attuale impostazione dei sondaggi continua a risentire pesantemente degli orientamenti che dominavano la ricerca empirica americana degli anni '30 e 40. Adottando come modello di scientificità la fisica ottocentesca, gli psicologi, i sociologi e i politologi comportamentisti hanno considerato, e considerano tuttora, l'intervistatore come un mero ripetitore meccanico di domande prestabilite e l'intervistato una vera e propria banca di dati, privo di reazioni, emozioni e interessi particolari.

Facendo largo ricorso ad esperienze sue e di altri ricercatori italiani e stranieri, l'autrice di questo volume mostra come tale modello dominante condanni il sondaggio a fabbricare una realtà completamente fittizia, impedendo quindi ogni contatto con il mondo vitale degli intervistati.

Attraverso una accurata ricostruzione della storia, delle caratteristiche, dei vantaggi e dei limiti dei sondaggi, l'autrice cerca allora di superare i possibili errori e difetti nella raccolta dei dati, in particolare garantendo la loro attendibilità e isolando i fattori di distorsione e mistificazione. Il risultato è una ricostruzione accurata degli strumenti insieme necessari e ottimali che il ricercatore, l'intervistatore e il tecnico di marketing devono possedere per poter condurre un'indagine. Non presupponendo alcuna conoscenza specialistica, questo volume, uno dei primi pubblicati in Italia sull'argomento e il primo di un autore italiano, si rivolge non solo agli esperti nel settore ma anche a tutti coloro che, interessati alle scienze sociali, si avvicinano per la prima volta all'argomento.

Maria C. Pitrone, associato di Scienza dell'Opinione pubblica nella facoltà di sociologia dell'Università di Roma "La Sapienza", ha diretto o collaborato a numerosi sondaggi, accademici e non. Ha scritto: I concetti di classe e status nella ricerca sociale (1985) e Il clientelismo tra teoria e ricerca (1994).