L’arte bianca in parma fra Sette e Ottocento: fornai, pane e paste alimentari agli albori dell’industria

Titolo Rivista STORIA URBANA
Autori/Curatori Claudio Bargelli
Anno di pubblicazione 2015 Fascicolo 2014/145 Lingua Italiano
Numero pagine 28 P. 23-50 Dimensione file 248 KB
DOI 10.3280/SU2015-145002
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Approfondito caso per caso nei suoi aspetti istituzionali e nei suoi meccanismi tecnico- amministrativi, lo studio del settore della panificazione consente di penetrare - in una feconda prospettiva comparata - la complessa materia dell’approvvigionamento delle città d’ancien régime, illuminando la grande varietà delle scelte di governo in tema di annona. Fin dall’età di mezzo, l’attività di panificazione si snoda nel solco di vincolanti disposizioni e di prestabiliti canali di distribuzione e coincide con la fase finale del processo produttivo che si sostanzia nella creazione dell’auspicato prodotto ultimo: il pane. Nel luglio 1768 il ministro francese Du Tillot accorda al sarzanese Stefano Lucciardi la privativa decennale per la fabbricazione della «pasta venale all’uso di Genova»: il primo, importante impulso alla diffusione dell’emergente ramo produttivo nel Parmense. Dopo una lunga subordinazione del mestiere di pastaio a quello di fornaio - ciò che rende il caso studiato del tutto peculiare e meritevole di ulteriore approfondimento -, soltanto nel periodo post-unitario, tuttavia, si porranno solide basi per l’affermazione di moderni pastifici organizzati secondo il sistema di fabbrica, avviando quel cammino che, diversi decenni dopo, approderà ai luminosi scenari della famosa Food Valley.;

Claudio Bargelli, L’arte bianca in parma fra Sette e Ottocento: fornai, pane e paste alimentari agli albori dell’industria in "STORIA URBANA " 145/2014, pp 23-50, DOI: 10.3280/SU2015-145002