TY - JOUR PY - 2010 SN - 1972-5248 T1 - Sulla crisi: torniamo ai classici! JO - QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria DA - 9/15/2010 12:00:00 AM DO - 10.3280/QU2010-003006 UR - http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=40178 AU - Lunghini, Giorgio SP - 125 EP - 129 IS - 3 VL - LA - IT AB - Perché soltanto pochi economisti hanno previsto la crisi? La ragione principale è che la teoria economica è diventata una branca delle matematiche applicate, e ha perso di vista le istituzioni del mondo reale. In un’economia monetaria di produzione i fattori reali e i fattori finanziari sono interconnessi, così che la crisi non è un caso fortuito. Keynes e Marx mostrano che è vero l’opposto: è l’equilibrio che può darsi soltanto per un caso o per un disegno deliberato, poiché esso "ein Zufallist". I difetti della società in cui viviamo sono l’incapacità di assicurare la piena occupazione e una distribuzione arbitraria e iniqua della ricchezza e del reddito, sono gli stessi difetti denunciati da Keynes nel 1936. E la filosofia sociale di Keynes ne costituisce l’unica via di uscita. PB - FrancoAngeli ER -