@article{40842, year={2010}, issn={1972-5515}, journal={SOCIETÀ E STORIA }, number={129}, volume={XXXIII}, doi={10.3280/SS2010-129007}, title={Claudio Donati storico della nobiltà}, abstract={Questo contributo si propone di tracciare un profilo di Claudio Donati storico della nobiltà, gettando luce sulla coerenza del suo percorso di ricerca, esaminando le motivazioni, le letture e gli obiettivi che lo hanno portato ad indagare questo ambito di ricerca. Lo studio delle relazioni tra il potente vescovo-principe di Trento, legato alla corte degli Asburgo, ma eletto dal Capitolo (a sua volta composto da canonici tedeschi e di nazione "italiana"), le élites urbane e la nobiltà feudale fu un’occasione per mettere a fuoco, nel contesto di quella particolare area di confine che fu il Trentino d’antico regime, le relazioni esistenti tra "ecclesiastici e laici" e generò in lui un perdurante interesse per lo studio delle stratificazioni del mondo nobiliare nell’età moderna. All’inizio degli anni settanta Donati intraprese un esteso lavoro di ricerca sui trattati nobiliari, dalle loro origini medievali fino al XVIII secolo, senza trascurare i protagonisti minori di quel dibattito e adottando un approccio rigorosamente comparativo con gli studi di Brunner, Stone, Huppert, Stuart Woolf, Zenobi, Brizzi, Fasano Guarini... Ne è risultato un ricco affresco delle ideologie nobiliari, capace di comprendere la dialettica tra differenti modi di intendere la nobiltà - centrata sulla relazione tra virtù o decadenza - ma anche l’evoluzione dei valori nobiliari che durante l’età dei lumi dovettero venire a patti con altri quali ricchezza, spirito di servizio, appartenenza nazionale. L’idea di nobiltà, pubblicato da Laterza nel 1988, è rimasto una contributo seminale nella storiografia italiana, ma Donati non è rimasto ancorato a quell’approccio: in molti dei suoi successivi studi, tramite nuove incursioni archivistiche, Donati non a mai smesso di problematizzare il composito mondo della nobiltà italiana, ricostruendo il profilo degli attori sociali senza rinunciare a ricondurli alle varie situazioni istituzionali e alle concrete strutture statuali, militari ed ecclesiastiche d’antico regime in cui si trovarono ad agire.} url={http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_rivista.aspx?idArticolo=40842}, author={Maria Antonietta Visceglia} pages={563-583}, language={IT}}