In questo articolo l’Autore presenta il conversazionalismo come una teoria della conversazione formale, quantitativa e grammaticale. Attraverso numerosi esempi di conversazioni registrate, l’Autore mostra che le teorie semantico-pragmatiche di conversazione non sono adatte a esplicare la conversazione con i malati di Alzheimer. Queste particolari conversazioni sono tipicamente caratterizzate dal fatto che il malato di Alzheimer può rispondere in modo gentile a una domanda di cui non ha afferrato il significato, senza neanche capire cosa stia dicendo. La teoria formale quantitativa grammaticale, invece, si pone al di fuori dell’orizzonte del significato e punta agli indicatori del testo, spiega perfettamente non solo l’attuale profilo formale di una singola conversazione, ma anche le differenze con le successive conversazioni del paziente. Queste differenze formali, quantitative e grammaticali permettono di individuare i cambiamenti (legati per es. all’evoluzione della malattia o agli interventi terapeutici) delle conversazioni nel tempo.