Nelle Summulae del salmantino Domingo de Soto, la teoria della proposizione sembra rivelare un’irrisolta tensione tra l’opzione per la prospettiva terministica, la quale considera il significato della proposizione come il risultato dell’analisi semantica dei suoi componenti, e l’opzione per la prospettiva ‘dictistica’, che si concentra sul riferimento e sul senso globale della proposizione. La struttura della proposizione mentale, pur determinata in maniera ‘causale’ dalle sue componenti, il nome e il verbo, viene d’altronde a costituirsi in maniera ‘uni-qualitativa’, ossia per mezzo di un unico atto mentale, con il quale si designa uno stato di cose esterno (significare aliqua aliqualiter). Il ‘valore di verità’ (vere vel false significare) della proposizione, espresso sintatticamente mediante l’unione o la separazione (est, non est) di un termine da un altro, viene a denotare la conformità a un modo d’essere delle cose nella realtà (modus habendae rei, qualis est in re).