Il presente lavoro di ricerca si propone come un’indagine sulle quote di pregiudizio manifesto e latente presenti in soggetti impegnati in differenti contesti professionali (helpers formali, helpers informali, no helpers), prendendo inoltre in considerazione il ruolo che la dimensione del contatto con extracomunitari può avere nel ridurre gli atteggiamenti pregiudiziali (ipotesi del contatto). I risultati mostrano una relazione tra gruppo professionale di appartenenza e pregiudizio solo per i maschi; in particolare, i no helpers, i meno coinvolti sul piano relazionale, presentano minori quote di pregiudizio rispetto a coloro che, nella loro attività professionale, lavorano anche con un’utenza straniera. Per quanto concerne il contatto, la sua presenza in sé non è connessa con l’espressione di differenti quote di pregiudizio; tra chi dichiara di avere avuto un’esperienza di contatto, risulta essere significativa la qualità della stessa, ma non la volontarietà. Sono infine sviluppate alcune considerazioni sull’importanza di specifici interventi formativi per i professionisti più vicini ad un’utenza extracomunitaria.