Quest’articolo è un tentativo di ricostruzione delle logiche sottese alla concessione di feudi nello stato di Milano nel periodo compreso tra il 1680 e il 1700. La tesi di fondo è che attorno all’attività del Magistrato Straordinario, l’organo proto amministrativo preposto alle infeudazioni (che per lo più avvenivano a titolo oneroso), ruotasse un vero e proprio mercato. Un mercato regolato da precise leggi di offerta e domanda. Il punto di partenza del lavoro è stata un’analisi quantitativa relativa al numero di località infeudate, al prezzo di vendita, alle tipologie contrattuali utilizzate per portare a termine la transazione. In seconda istanza sono stati presi in considerazione gli acquirenti e le loro famiglie, per delineare i moventi che li avevano portati all’acquisto. Questa metodica ha evidenziato la presenza di un numero rilevante di homines novi provenienti dalla mercatura che utilizzavano il feudo per affrettare il proprio ingresso nell’elite patrizia.