Partendo dall’esperienza dell’uso del termine follia nei mass-media e in generale nella cultura contemporanea, se ne rintraccia il significato nella storia della psichiatria istituzionale italiana. Si osservano gli effetti negativi del pensiero medicalizzante sulla possibilità di un rapporto interpersonale con il soggetto disturbato mentale, e si auspicano le vie di una psicopatologia umanistica per il recupero, oggi, di un’autentica centralità della persona sofferente.