Gli autori ipotizzano che esista una correlazione fra l’esperienza prevalente del tempo e alcuni disturbi del funzionamento psichico osservabili a livello individuale e sociale. La disorganizzazione dell’orizzonte cronologico dell’esistenza è intesa come una conseguenza delle grandi trasformazioni culturali avvenute nel corso degli anni ’70 e ’80. A loro volta, questi cambiamenti sono conseguenza di più discrete modificazioni avvenute nelle relazioni familiari e nella struttura sociale. A livello individuale ciò ha prodotto un’epidemia di disturbi narcisistici che si esprimono in manifestazioni psicopatologiche in passato inesistenti o infrequenti (disturbi alimentari, condotte antisociali, diffuse appetenze patologiche e tossicofilie vecchie e nuove). Mentre nel campo delle dinamiche istituzionali è in aumento la conflittualità esplicita e/o implicita (secondo il modello bioniano dell’attacco-e-fuga o della dipendenza passiva) che coesiste con il venir meno dei conflitti strutturali che strutturanti fra le classi e fra le generazioni. Questa tesi è argomentata attraverso due esempi clinici. Il primo tratto da un trattamento psicoanalitico individuale e il secondo da una supervisione all’équipe di una Comunità Terapeutica, tenuta in scacco da una paziente gravemente borderline.
Keywords: Esperienza del tempo, elaborazione del lutto, narcisismo, contro-dipendenza, avidità, depressione.