Potrà la politica tenere conto dell’interpretazione psicoanalitica della guerra?

Titolo Rivista GRUPPI
Autori/Curatori Silvia Anfilocchi
Anno di pubblicazione 2010 Fascicolo 2009/2 Lingua Italiano
Numero pagine 9 P. 109-117 Dimensione file 295 KB
DOI 10.3280/GRU2009-002012
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La psicoanalisi ha cercato di spiegare la guerra indagando le ragioni profonde che danno origine ai conflitti (processi primari), occultate sotto le ragioni dichiarate e manifeste: motivazioni politiche, economiche, sociali (processi secondari). Solo un’analisi complessa, che riesca a tener conto sia dei fattori interni, inconsci e narcisistici, alla base della distruttività umana, sia dei fattori esterni, può favorire una comprensione esaustiva della natura dei conflitti e della distruttività umana e ispirare una politica per la convivenza pacifica (Freud, Fornari, Green, Volkan). "Se la psicoanalisi non può pensare onnipotentemente di sconfiggere la distruttività umana, può però almeno "aiutarci a capire che quella inconscia è la più pericolosa", può aiutarci ad "abbassare il tasso d’angoscia, rompendo il rinforzo reciproco che si stabilisce tra odio e paura": se non può rendere gli uomini più buoni, può però almeno cercare di renderli meno "stupidi"" (Mariotti, 2007; Argentieri, 2003).;

Keywords:Guerra, psicoanalisi, politica, violenza, scissione, consapevolezza.

Silvia Anfilocchi, Potrà la politica tenere conto dell’interpretazione psicoanalitica della guerra? in "GRUPPI" 2/2009, pp 109-117, DOI: 10.3280/GRU2009-002012