Sulla crisi: torniamo ai classici!

Titolo Rivista QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria
Autori/Curatori Giorgio Lunghini
Anno di pubblicazione 2010 Fascicolo 2010/3 Lingua Italiano
Numero pagine 5 P. 125-129 Dimensione file 40 KB
DOI 10.3280/QU2010-003006
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

Perché soltanto pochi economisti hanno previsto la crisi? La ragione principale è che la teoria economica è diventata una branca delle matematiche applicate, e ha perso di vista le istituzioni del mondo reale. In un’economia monetaria di produzione i fattori reali e i fattori finanziari sono interconnessi, così che la crisi non è un caso fortuito. Keynes e Marx mostrano che è vero l’opposto: è l’equilibrio che può darsi soltanto per un caso o per un disegno deliberato, poiché esso "ein Zufallist". I difetti della società in cui viviamo sono l’incapacità di assicurare la piena occupazione e una distribuzione arbitraria e iniqua della ricchezza e del reddito, sono gli stessi difetti denunciati da Keynes nel 1936. E la filosofia sociale di Keynes ne costituisce l’unica via di uscita.;

Keywords:Ruolo dell’economia, Ruolo degli economisti, Crisi finanziaria, Storia del pensiero economico

Jel codes:A110, G010, B000

Giorgio Lunghini, Sulla crisi: torniamo ai classici! in "QA Rivista dell’Associazione Rossi-Doria" 3/2010, pp 125-129, DOI: 10.3280/QU2010-003006