Musica e bellezza. Sinestesia etico-estetica e origine del pensiero creativo

Titolo Rivista EDUCAZIONE SENTIMENTALE
Autori/Curatori Maurizio Cogliani
Anno di pubblicazione 2011 Fascicolo 2011/16 Lingua Italiano
Numero pagine 19 P. 105-123 Dimensione file 742 KB
DOI 10.3280/EDS2011-016008
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La nota affermazione del principe Miskin nell’Idiota di Dostoevskij («La bellezza salverà il mondo»), offre una singolare chiave di lettura che, sulla base di un’interpretazione letterale del testo russo, conduce a invertire i termini della frase: "Il mondo salverà la bellezza". Affinché ciò sia possibile, è necessario che il mondo recuperi l’essenza del bello che consiste nella sua gratuità; nell’essere, cioè, irriducibile a ogni definizione, e che pertanto trova un imprescindibile punto di riferimento nella cháris plotiniana, tradotta col termine "grazia". La grazia, per la sua neutralità, rappresenta lo spazio aperto in cui far interagire la bellezza e il mondo: ciò che rende possibile un’esperienza che è insieme estetica ed etica. Il carattere immediato della grazia può essere poi riferito sul piano psicoanalitico all’insight in quanto cognizione intuitiva propria del procedimento inconscio che attiva successivamente il processo consapevole su un piano culturale, linguistico, storico. Recuperando, quindi, nella gratuità della bellezza anche la componente psicoanalitica che dall’inconscio arriva alla consapevolezza di sé, si amplia il significato stesso di bellezza e dell’esperienza estetica, la quale si contrassegna come conoscenza estesico-estetica che consiste primariamente nell’esercizio di una sensibilità in grado di percepire ed elaborare sensazioni tramite l’insight. All’incrocio tra etica ed estetica si pone l’esperienza musicale. Nella sua sostanziale intraducibilità, la musica è veicolo o "contenitore di risonanza" per le emozioni: il simbolo musicale appare oggettivamente come significante vuoto che mentre vanifica l’orizzonte dei concetti definiti, evoca quello indefinito dell’immaginazione e degli affetti. L’ascolto musicale, dunque, attiva una percezione interiore, una sorta di "insight estetico" (Di Benedetto, 2000) a livello inconscio, di per sé intraducibile in quanto proprio delle forme del pensiero simmetrico (Matte Blanco, 1981), suscettibile, poi, di essere dispiegato attraverso le relazioni asimmetriche proprie del pensiero logico. È in questa chiave che può essere interpretato il concetto di "tensione rinviante" (Morelli, 2010): qualità evolutiva tipicamente umana che ci rende capaci di creare quello che ancora non c’è e di innovare l’esistente. Le esperienze estetiche che emergono dalle categorie a cui questa tensione rinvia hanno nella discontinuità e nella creazione dell’inedito un fattore comune che in musica si ritrova a livello sia compositivo che improvvisativo. In conclusione, la musica, evocando e inducendo emozioni, rimanda a una dimensione di senso il cui nucleo è costituito dalla confluenza di sentire e pensare e che, nell’infinita combinazione di simmetrico e asimmetrico, rivela il vero volto della creatività, in un processo che coinvolge anche la conoscenza e l’apprendimento.;

Keywords:Estetica, etica, bellezza, emozione, insight, musica, tensione rinviante, deviazione

Maurizio Cogliani, Musica e bellezza. Sinestesia etico-estetica e origine del pensiero creativo in "EDUCAZIONE SENTIMENTALE" 16/2011, pp 105-123, DOI: 10.3280/EDS2011-016008