Nel lavoro si raccontano le impressioni e le osservazioni fatte durante l’esperienza in Abruzzo (terremoto 2009) allo scopo di stimolare la riflessione e costruire degli interventi di emergenza chiedendosi se è pensabile una psicoanalisi dell’emergenza e se esiste qualche modalità della psicoanalisi che operi per aiutare a tollerare l’insicurezza in situazioni di emergenza. Sono pensabili infatti degli interventi che non si limitino a tranquillizzare le persone accogliendo il loro trauma, ma in cui si cerchi dei modi più articolati per: 1) sviluppare modalità con cui dare senso al trauma (a livello personale e gruppale); 2) imparare a costruire la cultura del rischio da abbinare a quella della sicurezza così da attrezzarsi ai rischi inevitabili che il vivere comporta pur restando vigili nell’impegno civile a garantire il massimo della sicurezza possibile; 3) evidenziare un modello psicoanalitico adeguato ad avviare nella popolazione azioni di cittadinanza attiva per proteggerla dalla passivizzazione, dando spazio alla componente adulta e responsabile che non deve bidimensionalizzarsi in una ossequiente dipendenza (assunto di base di dipendenza) o in una ribellione paranoica e autodistruttiva (assunto di base di attacco e fuga).
Keywords: Psicoanalisi, emergenza, terremoto, trauma, osservazione, gruppo