A differenza del bambino che vive il proprio corpo sostanzialmente quale tramite per fare e sentire, percependolo normalmente in virtù del suo essere un contenitore familiare e sicuro, l’adolescente guarda il proprio corpo chiedendogli di svolgere una funzione strutturante e integrante l’identità in trasformazione. La malattia, spesso vissuta come attacco al corpo, nell’adolescenza rischia di tradursi soprattutto come minaccia a tale funzione simbolica e al futuro. In queste situazioni spesso l’adolescente attiva, in modo più o meno consapevole, strategie e dispositivi con l’intento di auto proteggersi. Purtroppo non sempre tali difese raggiungono l’obiettivo per cui vengono attivate e si traducono in atti o processi autodistruttivi, di cui spesso chi le attiva ne ha solo parziale consapevolezza. Nell’articolo gli autori affrontano alcune di queste criticità, a partire dall’esperienza maturata nell’incontro con adolescenti che entrano in ospedale a causa di malattie croniche o ad insorgenza acuta, che richiede spesso lunghe degenze o interventi chirurgici. Infine gli autori suggeriscono alcune considerazioni circa una possibile funzione terapeutica che salvaguardi la continuità del processo di crescita e limiti il rischio di un appiattimento del mondo interno sulla malattia.
Keywords: Adolescenza, corpo, malattia, identità, protezione, psicologia ospedaliera.