Valutazione e terapia del dolore nel disabile grave

Titolo Rivista CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI
Autori/Curatori Marcello Marri
Anno di pubblicazione 2012 Fascicolo 2010/3 Lingua Italiano
Numero pagine 6 P. 49-54 Dimensione file 54 KB
DOI 10.3280/CDD2010-003008
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Negli ultimi anni la ricerca di laboratorio e quella clinica hanno aperto nuovi scenari nella fisiopatologia del dolore, permettendo un’approfondita comprensione di numerosi eventi presenti nella persona sofferente. La trasformazione del dolore da "sintomo-segnale d’allarme" caratteristico dell’evento acuto in una vera e propria sindrome "dolore-malattia" caratteristica del quadro cronico è in funzione della "persistenza nel tempo" o della "alta intensità non controllata". All’evoluzione temporale del dolore è associato l’impatto negativo sulla persona. Differenze di ordine neurofisiologico, neuropsicologico e comportamentale giustificano la distinzione dolore acuto-sintomo/dolore cronico-sindrome [4]. Queste scoperte, insieme ad una nuova sensibilità culturale che si è fatta strada nella società civile, hanno permesso a molti operatori sanitari di porre il dolore al centro dell’attenzione della loro attività assistenziale. Pertanto si sono predisposti e vengono seguiti in molti Centri di cura protocolli e/o procedure che prevedono l’utilizzazione di scale per la valutazione dell’intensità percepita del dolore o della inabilitazione che ne consegue e per la misurazione della componente affettiva, in diversi tipi di soggetti e/o in diversi quadri patologici, utilizzando, come nel caso dei neonati/lattanti o di condizioni cliniche estreme (coma farmacologico), il rilievo del cambiamento di alcuni parametri vitali o fisiologici. Queste scale possono essere distinte, semplificando e dal punto di vista della modalità di "somministrazione", in due gruppi: quelle di Autovalutazione e quelle di Eterovalutazione. Numerose équipe hanno lavorato per trovare i segni comportamentali e fisici idonei a reperire e misurare il dolore nel bambino con disabilità complessa e che non può esprimersi verbalmente [3]. In Francia l’équipe dell’Ospedale "San Salvadour" (Hyères) ha messo a punto una scala di 10 item, la DESS (Douleur Enfant San Salvadour), sul modello della DEGR (Douleur Enfant Gustave Roussy). I 10 punti si riferiscono alle modificazioni, in presenza di dolore, di segni neurologici abituali [2]. Un gruppo canadese ha messo a punto e validato una lista di 30 item molto semplici (pianto, grido, gemito, smorfia ecc.) che non necessita di conoscenza preliminare del bambino con disabilità: è la NCCPC (Non-Communicating Children’s Pain Checklist) [1]. Per trattare il dolore abbiamo a disposizione due approcci: cercare di interferire con il Sistema Eccitatorio filtrando o inibendo la trasmissione del messaggio "dolore" o rinforzare il Sistema Inibitorio. I mezzi a disposizione per ridurre il dolore sono numerosi e complementari. Per ottenere buoni risultati è sovente necessario associarne molti.;

Keywords:Disabilità, fisiopatologia del dolore, scale di misurazione del dolore, strategie di trattamento del dolore

Marcello Marri, Valutazione e terapia del dolore nel disabile grave in "CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI" 3/2010, pp 49-54, DOI: 10.3280/CDD2010-003008