Le esperienze che derivano da trattamenti psicoanalitici madre-bambino ci aiutano a comprendere e a gestire la psicoanalisi dell’adulto. I bambini ci sommergono di espressioni non verbali riguardanti i loro stati emotivi. Lavorando con una mamma che tranquillizza il suo bambino, lo psicoanalista è in grado di osservare interazioni contenitore-contenuto da una prospettiva diversa rispetto a quella di un setting psicoanalitico tradizionale e può così giungere a una nuova comprensione del modo in cui lo stesso terapeuta interagisce con il paziente adulto. I conflitti tra madri e bambini rivelano il modo in cui i due soggetti influenzano reciprocamente i rispettivi mondi interiori. Assistere a tali interazioni aiuta lo psicoanalista ad acquisire familiarità nel parlare a pazienti adulti di se stesso, come se si trattasse di un oggetto esterno. Talvolta ciò potrebbe comportare la manifestazione del modo in cui i fattori inconsci sottostanti ai suoi interventi e comportamenti influiscano sul paziente. Vengono qui presentati come esempi il lavoro svolto con un bambino di due settimane e la madre e quello condotto con una donna di 35 anni. La terapia madre-bambino ha costituito una fonte di ispirazione per l’analisi della donna adulta, la cui qualità si è gradualmente trasformata, per usare due metafore prese a prestito da Freud, da "campo di battaglia" a "campo di gioco".
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