Costituzione democratica e tortura

Titolo Rivista SOCIOLOGIA DEL DIRITTO
Autori/Curatori Maurizio Cermel
Anno di pubblicazione 2012 Fascicolo 2012/1 Lingua Italiano
Numero pagine 26 P. 53-78 Dimensione file 181 KB
DOI 10.3280/SD2012-001003
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È ammissibile la tortura in uno Stato fondato su una Costituzione democratica che afferma la preminenza della persona umana e l’inviolabilità dei suoi diritti di libertà? L’ordinamento costituzionale di quattro grandi democrazie, Francia, Regno Unito, Italia e Stati Uniti, nonché gli impegni assunti da questi Stati in sede internazionale sottoscrivendo la Convenzione delle Nazioni Umite contro la tortura, dovrebbero condurre ad una risposta negativa. Vicende lontane tra loro nel tempo dimostrano, invece, che anche gli agenti di uno Stato democratico possono praticare la tortura. Silenziosamente tollerate durante la guerra d’Algeria, le pratiche di tortura, camuffate da "tecniche" di interrogatorio, sono state progressivamente raffinate in Irlanda del Nord e, infine, ufficializzate dal governo degli Stati Uniti durante la guerra in Iraq. Utilizzate, com’è avvenuto anche in Italia, al di fuori di ogni presunto stato di necessità, l’applicazione delle "tecniche" rivela la loro vera natura: atti di sadismo psicopatico.;

Keywords:Stato - Tortura - Democrazia - Costituzione - Diritti

Maurizio Cermel, Costituzione democratica e tortura in "SOCIOLOGIA DEL DIRITTO " 1/2012, pp 53-78, DOI: 10.3280/SD2012-001003