Gli autori sottolineano il fatto che negli ultimi tre decenni si è assistito molto spesso ad un passaggio dalla metodologia di ricerca empirica a quella psicoanalitica senza alcuna consapevolezza di quelle che in filosofia della scienza si chiamano «regole di corrispondenza regole che disciplinano le eventuali ibridazioni fra due diversi ambiti scientifici. Essi auspicano un confronto nei termini di una reciproca fertilizzazione che non stravolga, in nome di una supposta rifondazione su "inequivocabili" dati empirici, il nucleo essenziale della psicoanalisi, cioè l’esistenza dell’inconscio. Tale rischio si palesa soprattutto con il bambino competente costruito dall’infant research, un bambino fondamentalmente privo di inconscio. Il rischio è che l’oggetto e la metodologia delle ricerche empiriche deformino la psicoanalisi, che sembra allora doversi occupare non più di quanto viene difensivamente escluso, rimosso o scisso dalla coscienza, ma piuttosto di una varietà di procedure mentali implicite organizzate automaticamente: in questo caso la trasparenza soggettiva sostituirebbe ingiustificatamente l’individuazione delle determinanti inconsce. Rinnovare l’inscindibilità dell’intreccio freudiano tra teoria, metodo e cura costituisce quindi la possibile strada da percorrere e da esplorare per rendere euristica una definizione di specificità della psicoanalisi.
Keywords: Psicoanalisi, infant research, verifica empirica, irrilevanza dei dati sperimentali, metodo clinico, metodo osservativo.