Nell’articolo si sostiene che, contrariamente all’ipotesi più diffusa, i fratelli e le sorelle non vengono presi in esame nel materiale clinico. Il motivo per cui non prestiamo loro attenzione, e li riscopriamo soltanto saltuariamente, è che non hanno una collocazione autonoma nella teoria psicoanalitica. Si suggerisce che quello che l’autrice designa come il "trauma del fratello" possa costituire un momento fondativo per una collocazione dei fratelli nella metapsicologia che conseguentemente si dovrà dotare anche di uno sviluppo lungo un asse orizzontale. Dopo avere esaminato quest’aspetto, l’articolo analizza come il rito di passaggio, che segue un trauma generico di questo tipo, porti direttamente alla vita sociale. Si tratterebbe di una vita sociale improntata al genere, che si distingue dalla "differenza sessuale" iniziata con il complesso di castrazione.