La perdita di un genitore lascia sempre un vuoto che implica il dover "rivedere" la propria storia riorganizzandola nel presente. Ben più difficile da accettare, però, è il lutto di un genitore nei primi anni di vita; questo è sentito come orribile, non pensabile. Per di più, in genere, quando un bambino perde un genitore, la morte è legata a episodi di violenza, incidenti, disastri, all’esito infausto di una malattia. I bambini si trovano esposti alla sofferenza dei loro genitori (vittima e superstite), a vivere una sensazione di estrema impotenza e a sperimentare la perdita di quella persona che normalmente forniva il supporto necessario per gestire le proprie reazioni di paura. Il caso di seguito presentato è la storia di Luca, 6 anni, testimone di un episodio di random violence" agita ai danni della sua principale figura di attaccamento, che in quella circostanza perde la vita. Tale episodio ha contribuito a disorganizzare le strategie di attaccamento di Luca. Si sono evidenziati, inoltre, segni di disagio psicoaffettivo, indicanti un disturbo post traumatico da stress (rievocazione ripetitiva ed intrusiva dell’evento traumatico, ipervigilanza, esagerata risposta di allarme, paure, stati dissociativi) a cui si accompagnano alcuni segni di disadattamento sociale e di depressione. Con riferimento al modello della Developmental Psycopathology e della teoria dell’attaccamento, analizzati i fattori di vulnerabilità e di protezione che possono influenzare la traiettoria evolutiva del bambino, è stato sviluppato un programma di trattamento che prevede l’intervento individuale a scadenza settimanale con Luca, colloqui bimestrali con il genitore superstite, incontri con la scuola.
Keywords: Disturbo post traumatico da stress, depressione, lutto, trauma, dissociazione, regolazione emotiva