Il percorso di Ernesto De Martino appare segnato da una duplicità: da un lato l’interesse per il mondo del mito, del rito, per quello che hegelianamente si può definire il "negativo" della vita; e dall’altro la piena consapevolezza, maturata molto presto, della necessità di tenere separate indagini, studio e comprensione di tali fenomeni, dalla "condivisione" di essi. L’ipotesi che si intende proporre nel presente saggio è che nella lunga elaborazione teorica rimasta interrotta di La fine del mondo, la fenomenologia, soprattutto nella versione dell’ultimo Husserl, e l’esistenzialismo (Sartre, Jaspers, Paci) offrono l’armamentario teorico che permette a De Martino di affrontare la dimensione oscura e "negativa", senza, tuttavia, rinunciare al "postulato della comune umanità".
Keywords: Etica, fenomenologia, irrazionalismo, psicopatologia, ragione, soggettività.