L'8 luglio 1955 la direzione centrale della Democrazia cristiana invitava la rivista del Partito «Prospettive» a cessare la pubblicazione e comminava l'espulsione al suo direttore Aristide Marchetti. Già partigiano e sindaco di Laveno Mombello, egli era stato tra i fondatori della Base, la corrente nata nell’ottobre del 1953 sulle ceneri del dossettismo, allo scopo di preservare e rivitalizzare la sinistra democristiana. Al basista varesino era stata affidata la direzione del primo periodico del gruppo, «La Base», e, successivamente, del quindicinale «Prospettive». Entrambi in pochi mesi divennero sedi prioritarie di elaborazione ideologica all’interno del mondo politico democristiano, anche in virtù di posizioni spesso eterodosse, che guardavano più a sinistra di quanto la maggioranza e i vertici della Dc non desiderassero, aprendo per esempio a una collaborazione organica con i socialisti. Sospese le pubblicazioni, i basisti non si diedero tuttavia per vinti, stringendosi in difesa delle proprie idee e di Marchetti, per la cui riammissione si mosse lo stesso Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Lo studio si propone di approfondire la vicenda sia sulla base dell'archivio privato e inedito della famiglia Marchetti, sia sulla scorta dell'ampia eco che i provvedimenti disciplinari e il dibattito che ne seguì ebbero sulla stampa nazionale, sino alla riammissione, che condusse la Democrazia cristiana a quella svolta verso l'apertura a sinistra dai basisti tanto auspicata.
Keywords: Aristide Marchetti, la Base, «Prospettive», Democrazia cristiana, espulsione, apertura a sinistra