È utile sviluppare oggi una «sociologia economica comparativa» (sul modello di quella delineata dal giovane B. Croce) per analizzare le ‘sorti dell’uomo’. Nella società contemporanea, il «lavoro vivente», mercificandosi, si trasforma sempre più in semplice mezzo del puro guadagno. Ma la mercificazione del lavoro non è che uno degli aspetti della mercificazione di tutti i valori. A causa della mercificazione totale i due più tipici valori ‘borghesi’, il lavoro e la proprietà, entrano in crisi nella società globalizzata dominata dalla ‘ricchezza impersonale’, ovvero dal capitale finanziario (gestito non più da uomini, da imprenditori in carne ed ossa, ma da ‘funzionari del guadagno fine a se stesso’: i manager). Le politiche economiche negli ultimi trent’anni hanno favorito il «finanzcapitalismo» ovvero «i troppo grandi per fallire» (L. Gallino), colpendo l’industria, il lavoro e la proprietà, e favorendo il diffondersi del mito del guadagno infinito e del PIL. Si sta perciò realizzando l’ideale morale dell’etica del capitalismo (il guadagno come unico scopo ultimo) ovvero quella «inversione» del ‘naturale’, pensata da Weber sulla base del concetto kantiano di ‘persona’
Keywords: Proprietà personale, etica del finanzcapitalismo, lavoro, troppo grandi per fallire, ricchezza impersonale.