Rianalizzare la disputa tra Husserl e Schlick sulla nozione di a priori materiale significa ripensare criticamente ai presupposti teorici delle distinzioni concettuali che vengono oggi utilizzate per districare il nesso che lega percezione, linguaggio e mondo. Scopo di questo articolo non è quello di ricostruire in tutti i suoi aspetti e ramificazioni teoriche il tema dell’a priori materiale, bensì più semplicemente quello di mostrare che la difficoltà che gli interpreti hanno sempre trovato nel comparare la prospettiva husserliana con quella schlickiana è dovuta alla diversità dei problemi da cui i due autori prendono le mosse: se Husserl è intento alla formulazione di una teoria dell’esperienza trascendentale che dia conto di una teoria non psicologistica dell’intenzionalità, Schlick parte invece da una teoria comprensiva e sistematica dell’uso linguistico caratterizzata principalmente dalla dicotomia wittgensteiniana dire/mostrare, da una posizione antimentalista e dalla tesi del carattere pubblico del significato. Entrambi i filosofi sono però intenzionati a rispondere allo stesso quesito: qual è la natura della presa discriminante che il concetto ha sulla realtà?
Keywords: A priori materiale, Grammatica, Husserl, Percezione, Schlick, Wittgenstein.