Focalizzandosi sui Manoscritti di Bernau (1917-1918), questo saggio sfida la netta distinzione tra una fenomenologia noetico-noematica, e quindi puramente formale, del tempo, e una fenomenologia altrettanto puramente materiale della hyle primordiale. Partendo da una discussione critica delle due interpretazioni principali della coscienza interna del tempo - ossia quella di Brough-Sokolowski e quella di Zahavi - l’autore intende mostrare come l’intento della fenomenologia husserliana del tempo sia di superare il livello della temporalità immanente e quindi di raggiungere il livello ultimo costitutivo della temporalità pre-immanente (parte I). A questo livello, è possibile trovare una forma differente di correlazione noetico-noematica, descrivibile attraverso ciò che l’autore chiama "fenomenologia costruttiva", che Husserl sviluppa precisamente nei Manoscritti di Bernau (parte II). Questa costruzione possiede due facce: una noetica e una noematica. La prima può essere compresa come un processo primario con una "struttura nucleare", mentre la descrizione della seconda introduce una nuova interpretazione della relazione tra noema e hyle tramite il concetto di "forma noematica" (parte III).
Keywords: Husserl, Manoscritti di Bernau, temporalità pre-immanente, hyle, noema.