Il presente contributo, sulla base dei dati raccolti attraverso un’indagine etnografica condotta all’interno di una organizzazione di ricerca biomedica del Nord Italia, mette in luce il carattere emergente e processuale degli ambienti organizzativi caratterizzati da un’alta densità tecnologica. Più precisamente, l’attenzione è rivolta alle modalità attraverso cui i contesti organizzativi prendono forma dal lavoro infrastrutturante mediante il quale gli attori sociali cercano di produrre, utilizzare e tradurre localmente un particolare oggetto tecnologico, rappresentato dal protocollo in uso nei laboratori di ricerca in biologia molecolare. Gli ambienti organizzativi tecnologicamente densi, infatti, non rappresentano dei meri contenitori sociali di azioni, soggetti e attività lavorative definite da organigrammi e prescrizioni normative formali, ma si esprimono, piuttosto, come effetto emergente - e sempre parzialmente instabile - di un complesso lavoro infrastrutturante, orientato alla costruzione del dialogo fra soggettività umane e oggetti tecnologici. Da un punto di vista teorico, viene argomentato come la nozione di lavoro infrastrutturante si possa rivelare particolarmente preziosa nel mettere in luce il rapporto di mutua generazione fra setting organizzativi e attività di produzione, uso e contestualizzazione degli oggetti tecnici e delle tecnologie, mediante le quali vengono elaborate pedagogie, routine e convenzioni che divengono date per scontate nel corso delle pratiche lavorative ordinarie.
Keywords: Protocolli scientifici; pratiche organizzative; tecnologia e lavoro; lavoro infrastrutturante; etnografia organizzativa.