La crisi politica, sociale, economica e finanziaria che ha colpito il continente ha messo in evidenza l’urgenza di dare vita a una vera democrazia europea. A seguito del rafforzamento, con il trattato di Lisbona, della posizione e delle competenze del Parlamento europeo, anche i partiti politici, nonostante i limiti derivanti dalla mancanza di una adeguata normativa europea del loro statuto giuridico e finanziario, hanno assunto un rilievo prima d’ora misconosciuto, prendendo coscienza della loro importanza nel convogliare le preoccupazioni e le richieste di cittadini. Essi hanno così incorporato nei loro programmi specifiche proposte di azione politica al livello europeo. Difatti, la progressiva formazione di un vero e proprio sistema partitico europeo è strettamente legata all’evoluzione del processo democratico di integrazione politica all’interno dell’Unione, poiché solo partiti transnazionali che operano nello spazio pubblico europeo potranno essere in grado di fare proprie e rappresentare le esigenze di una società civile pluralista e complessa che richiede un vero governo democratico dell’Unione. Pertanto, appare oggi tanto più necessario che l’azione di mediazione tra i cittadini e le istituzioni europee a cui sono chiamati i partiti politici europei si traduca in decisioni giuridicamente vincolanti. Solo allora il primo progetto mondiale di democrazia post-nazionale potrà risultare coerente ed essere percepito come legittimo e affidabile da parte dei cittadini europei.