Il saggio ricostruisce la storia della fondazione e dei primi decenni di attività dell’Orto botanico di Pavia e di quello di Brera a Milano, istituiti rispettivamente nel 1773 e nel 1774. La storia dei due Orti, afferenti l’uno all’Università di Pavia e l’altro alle Scuole Palatine di Milano, costituisce uno strumento utile per la comprensione di alcuni risvolti relativi sia al rinnovamento dell’istruzione, impresso in Lombardia dal governo asburgico a partire dagli anni Sessanta del Settecento, sia alla storia della botanica, con particolare riguardo alle piante medicinali e ai sistemi tassonomici. Pur fondate contemporaneamente e con gli stessi obiettivi didattici e di ricerca, le due istituzioni ebbero fin da subito vicende molto diverse. Giuseppe II favorì infatti l’Orto di Pavia, dotandolo, in quanto universitario, di tutte le strutture necessarie, mentre lasciò che l’Orto di Brera versasse in una situazione di ristrettezza finanziaria che ne impedì il pieno sviluppo. Tale differenza permase anche nei periodi successivi, accentuandosi dopo la proclamazione dell’Unità d'Italia, fino al punto da mettere in forse, intorno agli anni Cinquanta del Novecento, l'esistenza stessa dell’Orto di Milano, mentre quello di Pavia si arricchiva vieppiù di nuove collezioni. Oggi i due Orti hanno obiettivi profondamente diversi. Quello pavese ha mantenuto le sue caratteristiche di istituzione scientifica e didattica a livello universitario, mentre quello milanese ha assunto il ruolo prevalente di un museo con la finalità di salvaguardare un bene storico.
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