L’invecchiamento è un processo lungo, come tale suscettibile di cambiamenti e caratterizzato da una grande eterogeneità. La depressione è una condizione patologica frequente nelle ultime fasi della vita e spesso difficile da diagnosticare precocemente. Infatti l’umore depresso non è solitamente il primo sintomo presentato dal paziente ma è sostituito spesso da lamentele somatiche, stanchezza, insonnia, disturbi di memoria o sintomi bizzarri. L’intervento psicologico deve tenere conto dell’età e della estrema variabilità delle condizioni generali del paziente. La valutazione delle condizioni biologiche, psicologiche e socioambientali ha, in questa fase della vita, un valore non solo diagnostico ma anche prognostico. In questo articolo si presentano due casi clinici, una donna di 76 anni, con depressione e dispercezioni e un uomo di 87 anni, con ansia e depressione, entrambi trattati in ambulatorio con sedute individuali a cadenza settimanale. La scelta di situazioni differenti ha lo scopo di favorire una riflessione sulla variabilità dell’intervento psicologico con l’anziano. Se con un vecchio-vecchio è ancora possibile promuovere un distanziamento che permetta di differenziare tra realtà oggettiva e soggettiva e tra fatti e interpretazione degli stessi, con il grande vecchio si privilegia un intervento con obiettivi circoscritti, più direttivo e con lo scopo di favorire quanto più possibile il miglioramento della qualità di vita. In ultimo, ma non meno importante, il ruolo dello psicoterapeuta che deve rinforzare flessibilità, consapevolezza e creatività, per compensare la difficoltà di identificazione con un paziente che propone tematiche e problemi troppo lontani dalla propria età ed esperienza.
Keywords: Depressione, invecchiamento, psicoterapia.