Lo spettatore nello schermo. The lobster di Yorgos Lanthimos, 2015

Titolo Rivista PSICOBIETTIVO
Autori/Curatori Giuseppe Riefolo
Anno di pubblicazione 2016 Fascicolo 2016/1 Lingua Italiano
Numero pagine 11 P. 155-165 Dimensione file 109 KB
DOI 10.3280/PSOB2016-001011
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Il film fa pensare ad un registro di relazioni estremamente concreto come concreto e bidimensionale è quello della psicosi. Lo sforzo dei protagonisti può essere quello sterile di fuggire da un livello di relazioni fondato sulla concretezza verso un altro simmetrico, oppure quello di rendere soggettiva la realtà attraverso la menzogna. Il primo uso che viene proposto del film è quello che un analista ne può fare come "esperienza della visione di un film" ovvero, trovarsi nel pubblico a reagire alle sollecitazioni del film. Le reazioni del pubblico, allora, significano la partecipazione attiva e soggettiva del terapeuta al blocco psicotico del paziente, esattamente come accade nei processi di cura quando siamo chiamati a funzionare in parallelo e da schermo per il discorso freddo che il paziente psicotico ci porta. Il film fa riflettere sulla felice soluzione della bugia, come elemento creativo che il paziente può usare per rendere soggettiva una realtà che altrimenti si ripeterebbe automatica e regolare.;

Keywords:Aragosta; bugia; psicoanalisi e film; trasformazioni in psicoanalisi; comunicazione psicotica.

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Giuseppe Riefolo, Lo spettatore nello schermo. The lobster di Yorgos Lanthimos, 2015 in "PSICOBIETTIVO" 1/2016, pp 155-165, DOI: 10.3280/PSOB2016-001011