L’autrice approfondisce la distinzione, presente nelle fonti filosofiche greche del IV secolo a.C., tra linguaggio scurrile volto a diffamare un individuo su basi personali e volgarità linguistica intesa semplicemente a suscitare il riso e suggerisce che, mentre il diritto si limitava a sanzionare diffamazione e ingiuria, sul piano della riflessione etico-politica anche la questione dell’oscenità e dell’indecenza era percepita come meritevole di attenzione.
Keywords: Aristotele, diritto, linguaggio scurrile, morale, parrēsia, Platone.