Autori diversi e con diverso orientamento teorico si trovano concordi nel riconoscere nell’esperienza che il terapeuta ha del paziente, uno dei più potenti indicatori dello stato mentale del paziente stesso. Delle componenti che caratterizzano lo stato mentale, quella corporea oltre ad essere l’indicatore più valido da misurare, è un potente mezzo di comunicazione non verbale e per questo può essere soggetta alla stessa disciplina suggerita per la lettura e modulazione delle componenti cognitiva ed emotiva al fine della regolazione dell’alleanza terapeutica (Semerari, 1999). L’obiettivo di questo studio esplorativo è quello di indagare la relazione tra diagnosi, attivazione neurovegetativa del terapeuta durante la seduta e qualità dell’alleanza. Per farlo, cinque terapeuti esperti, soci del Centro Clinico di Psicoterapia Cognitiva “Ecopoiesis”, hanno monitorato per quattro settimane consecutive i propri indici neurovegetativi (battito cardiaco, pressione, cicli respiratori e tensione muscolare) prima e dopo ogni sessione di psicoterapia, con 67 pazienti con differenti diagnosi. La qualità dell’alleanza è stata misurata attraverso la somministrazione dello STAR (Scale To Assess Therapeutic Relationships) nella versione per il paziente e per il clinico. L’ipotesi di ricerca è che, così come avviene per la risposta emotiva (Betan et al., 2005; Colli et al., 2014), pazienti con diagnosi simile provochino nei terapeuti una simile attivazione neurovegetativa con una ricaduta sulla valutazione dell’alleanza. Contrariamente alle aspettative, i dati indicano che sebbene esista una relazione tra la qualità dell’alleanza e l’attivazione dei terapeuti, essa sia indipendente dalla diagnosi.
Keywords: Alleanza terapeutica, arousal neurovegetativo, diagnosi.
Gaetano Mangiola, Chiara Labate, Luca Cento, Adele Chisari, Daniela Emo, Annalisa Giordano, Paola Pazzano, Matteo Aloi, in "QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA" 38/2016, pp. 31-41, DOI:10.3280/QPC2016-038003