Questo articolo ripercorre l’opera di Pichon-Riviér. Egli introdusse negli anni ’50 l’ipotesi di un "legame come relazione a quattro vie" (di amore e di odio reciproci) tra il bambino e la madre. Il lavoro clinico sulle psicosi e sulle malattie psicosomatiche pose un interrogativo sulla condizione d’urgenza della malattia mentale, sulle sue aree di espressione, sul grado di simbolizzazione e sui diversi campi di osservazione clinica. A partire dagli anni ’60, la clinica gruppale e familiare ha portato Pichon Rivière ad esplorare un secondo percorso diretto verso le voci del legame, quelle del sottogruppo interno-familiare e quelle delle voci sociali e culturali, in cui il legame si sviluppa. Fu allora che Pichon-Rivière definì il legame come "struttura bicorporale e trispersonale". In questo articolo, l’autore coniuga tutti i livelli di analisi del legame partendo da un lavoro psicoanalitico di coppia, di discendendi di seconda generazione di un genocidio che delimita il campo del legame transfero-controtransferale. Il linguaggio del corpo, nodo del legame transgenerazionale, le assenze/presenze alle sedute scandiscono un ritmo che conferisce l’illusione di una trasformazione del legame intersoggettivo tra i partner e con l’analista.
Keywords: Enrique Pichon-Rivière, legami inconsci, vie e voci del legame, legame bicorporale-tripersonale, terapia psicoanalitica di coppia.