La comunicazione nel mondo di oggi è caratterizzata dal fare uso di strumenti tecnologici che permettano uno scambio rapido ed essenziale, dove sia ridotto al minimo il coinvolgimento emozionale. L’arte astratta, che ha in Kandinskji uno dei suoi principali rappresentanti, si propone come collocata in uno spazio bidimensionale dove la terza dimensione è data dall’emozione che si crea tra l’opera e chi la guarda. In analogia con questo discorso, gli autori propongono, attraverso l’esposizione di casi clinici, l’idea dell’introduzione in terapia della terza dimensione intesa come universo affettivo-emozionale che viene a crearsi tra terapeuta e paziente attraverso il legame empatico che si instaura fra di loro. Nella terapia dell’infanzia e dell’ado¬lescenza questo può avvenire attraverso l’uso di strumenti tecnologici come oggetti di mediazione, mentre nella terapia degli adulti la terza dimensione si può creare attraverso il porsi del terapeuta come immagine nella quale il paziente si possa rispecchiare, attivando, nello spazio della relazione, quelle sue risorse affettivo-emozionali che nel suo mondo di appartenenza non hanno potuto esprimersi.
Keywords: Terza dimensione, universo affettivo-emozionale, spazio bi-dimensionale, strumenti tecnologici, oggetti di mediazione, rispecchiamento