Quale fu la posizione del nazionalismo imperialista italiano verso la religione, il cattolicesimo e la dimensione religiosa della politica, quale si venne manifestando nei primi decenni del Novecento di fronte all’avvento delle masse? Come fu possi-bile conciliare il culto della nazione, elevata alla sfera religiosa, con la difesa della religione tradizionale degli italiani e con la volontà dei nazionalisti di stabilire un duraturo accordo con i cattolici? È possibile mettere in relazione le due dimensio-ni? È quanto si propone di indagare questo saggio attraverso la ricostruzione delle posizioni "religiose" del fondatore riconosciuto del movimento, Enrico Corradini. Il suo percorso tra letteratura e politica fu caratterizzato da una lunga stagione pa-gana e anticristiana, in cui il paganesimo rappresentò il modello della realizzata fusione fra coscienza nazionale e fede religiosa, e il cristianesimo l’elemento per-turbatore che aveva spezzato l’antico equilibrio e che continuava a ostacolare nel presente lo sviluppo di una forte fede nazionale. Separando e contrapponendo il cristianesimo al cattolicesimo, egli recuperò quest’ultimo come erede della gran-dezza universale di Roma e tentò di assorbirlo all’interno della religione della na-zione. Il pensiero di Corradini, a un tempo autoritario, mitico, pseudoreligioso e modernista, appare di conseguenza emblematico di una tendenza che veniva sco-prendo l’importanza della dimensione religiosa nella politica prima ancora dello scoppio della Grande Guerra, costituendo all’inizio del Novecento il primo terreno di coltura del fascismo.
Keywords: Enrico Corradini, anticristianesimo, nazionalismo e religione, paga-nesimo e nazionalismo, romanità e nazionalismo, cattolicesimo e nazionalismo