In questo lavoro abbiamo utilizzato un caso clinico per esporre la nostra modalità di doppia presa in carico e spiegare come integriamo il lavoro tra curanti appartenenti all’istituzione pubblica e al lavoro privato. Questa collaborazione spesso è difficile e ostacolata, ma potrebbe fornire utili vantaggi e una risposta alla carenza di risorse che affligge l’istituzione. L’appartenenza alla medesima associazione e la condivisione di un modello di pensiero e di lavoro dei curanti ha permesso e facilitato l’integrazione dei diversi interventi. Viene descritto il caso di una giovane paziente borderline multi-problematica per la quale il solo trattamento farmacologico associato a un inserimento in Day Hospital, e successivamente in comunità, si era dimostrato insufficiente. In particolare abbiamo esposto un incontro fatto con il metodo del "dialogo aperto" di Jaakko Seikkula che ha rappresentato un momento fondamentale di integrazione tra curanti e familiari e ha aperto la strada alla possibilità di associare un trattamento individuale in ambito privato con i trattamenti istituzionali già attivi. Tale modalità si è dimostrata efficace per ridurre le manifestazioni psicopatologiche della paziente.
Keywords: Borderline, Équipe allargata, "Dialogo aperto", Integrazione pub-blico-privato, Trattamento psicodinamico, Alleanza terapeutica